mercoledì 13 giugno 2012

Cervello e creatività


Le ricerche neurologiche, anche grazie alle tecnologie che consentono oggi di rilevare le frequenti sinapsi determinate da miliardi di cellule neurali, sono in grado di stabilire la funzione esercitata dall’emisfero destro, sia per individuare la genesi della creatività, così come quella delle emozioni, dell’immaginazione, del linguaggio non verbale, insomma dei poteri alogici, tanto da ritenere che si possa attribuire alla donna un talento particolare, perché in essa predomina l’emisfero destro, rispetto a quello sinistro, più evidente invece negli uomini così che in essi prevalente è la capacità analitica come anche quella logica.
L’attenzione prestata alla creatività invita allora a sondare le potenzialità dell’emisfero destro alla ricerca di elementi che spieghino la genesi della creatività. Quello più caratterizzante sul piano della ricerca in questione è sicuramente da ricondurre al neologismo bi-sociazione di Arthur Koestler, secondo il quale la cooperazione tra i due emisferi cerebrali e, dunque, tra le capacità immaginative e logico-razionali è assoluta ed è presente in ogni persona che ha la possibilità di fare esperienze innovative e apprendimenti che consistono nella “modifica graduale di una configurazione di segnali che provengono dal mondo esterno e che attivano sinapsi e proprietà biochimiche ed elettriche locali”. Come si avverte l’apprendimento diventa fenomeno ben più complesso di come ce lo hanno reso le scuole classiche behaviorista, gestaltista o dei teorici della personalità. E’ un fatto cerebrale, né più né meno della memoria ed è dunque credibile che, senza abdicare alla convinzione che la creatività sia un processo terziario in cui l’autonoma forza di un Io attivo regola ogni processo psichico, le condizioni esterne dell’atto creativo determinano processi neurologici e lasciano emergere la forza dell’invenzione originale e libera nella quale è fatta consistere la “creazione”.

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