giovedì 14 giugno 2012

Come venivano le idee a Mozart


Il musicista Wolfgang Amadeus Mozart scriveva:
“Passeggiando in carrozza o dopo un buon pranzo i pensieri si affollano nella mia mente in modo quasi giocoso. Da dove arrivano? E come? Non lo so. 
Quando i pensieri musicali mi piacciono, li tengo a mente, li canticchio a bocca chiusa. Quando il mio tema è formato, ecco arrivare un’altra melodia che si concatena con la prima. L’opera nasce.
E’ allora che la mente afferra l’intera composizione, come un solo sguardo riesce ad abbracciare una bella ragazza.”
Mozart indica un modo singolare e individuale di ricombinare frasi musicali, elementi singoli in un tutto organico. Egli sembra avere un’idea globale e tutto il resto diventa una sorta di automatico bricolage della sua mente, come se questa lavorasse autonomamente e senza pressioni. Questo aspetto, che ovviamente non deve far passare in seconda linea il lungo lavoro e impegno che è alle spalle di ogni attività di tipo creativo, sembra far parte della capacità di generare elementi nuovi in modo quasi ludico, o di individuare delle valenze insolite in una realtà altrimenti già nota.
Oliviero A., “Esplorare la mente”, Raffaello Cortina Editore, pag. 80

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